12/11/2021

Monographic issue of Qualestoria. Rivista di storia contemporanea edited by Andrea Griffante

For the Italian version see below

Scholarly literature on the emergence, development and spread of welfare practices during the 20th century has long been focused on the national dimension of the phenomenon. Over the last decade, however, increasing attention has been payed to the multidimensional nature of welfare practices and of the networks in which welfare actors have operated. Even if welfare practices have generally been acknowledged as tools of nation-building, their particular role in state’s border and multinational areas has been neglected.

Questioning the primacy of the nation-state, a special issue of Qualestoria to be published in December 2022 aims to analyze how different welfare practices (from large-scale humanitarian actions to vernacular expressions of humanitarianism) have represented – by will of their own promoters or of some of the actors involved in welfare networks – a tool of nation-building in territories contested by various national groups or states. In particular, the issue seeks to investigate how welfare practices have fulfilled this function in peculiar historical caesurae such as wars and their immediate aftermath, when the need to demobilize the army and society not only posed a renewed demand for social cohesion, but also paved the way for the emergence of (re)new(ed) concepts and practices of citizenship. In the light of recent historiography, the issue will analyze welfare practices as actions whose meanings and results have been the outcomes of continuous renegotiation between givers and recipients of aid.

We invite contributors to examine the aforementioned cluster of problems and propose case studies related to two specific areas in Central and Eastern Europe: the eastern Baltic Sea region and the Upper Adriatic. In both areas, which belonging to a ‘national territory’ was sanctioned by the collapse of European multinational empires at the end of the First World War, the dialectic between titular nation and minorities has represented one of the main elements through which citizenship has been constructed and continuously renegotiated up to the present day. But to what extent have different political contexts affected the use of welfare for nation-building purposes? What role have welfare practices played in strengthening the position of the titular nation or in attempting to integrate/assimilate minorities? And how many “bottom-up” initiatives have succeeded in proposing models contesting dominant public practices and discourse?

We invite contributions that pick up on or extend, among others, the following topics:

  • The role of international humanitarian networks;
  • The interconnection between local and international humanitarian actors;
  • Conflicts between welfare actors and local political classes (divergences);
  • Reactions of local political classes to national welfare practices/international humanitarian intervention;
  • Genealogies of international aid and relationship with local communities;
  • Gender, border and welfare;
  • National welfare: aid coming from the center vs. aid coming from the suburbs?
  • Relation between social status, welfare and nation building (reception);
  • Alternative welfare networks (‘aid from above’).

A limited number of case studies relating to other areas of Central and Eastern Europe may be considered.

Please send abstracts (500 words) and a short CV to lucagiuseppe.manenti@gmail.com and griphusrex@yahoo.it by 10 November 2021. Accepted proposals will be notified by 1 December 2021. Finished articles (10,000 words) in Italian or English will be due by 1 April 2022. The special issue of Qualestoria will be released in December 2022. All submitted articles will be double blind-peer reviewed.

 

*** Versione italiana***

 

Assistere e unificare? Nation building e welfare nell’Alto Adriatico e nel Baltico orientale nel corso del XX secolo a cura di Andrea Griffante

Nella grande messe di studi sulla nascita, lo sviluppo e la diffusione delle pratiche di welfare nel corso del XX secolo, la dimensione nazionale è stata a lungo dominante. Nell’ultimo decennio si è tuttavia assistito a una crescente attenzione alla multidimensionalità del fenomeno e delle reti in cui i suoi attori si sono mossi. Pur avendo generalmente riconosciuto alle pratiche di welfare e all’assistenza sociale un ruolo di nation building, poca attenzione è stata tuttavia riservata alle particolari funzioni da esse avute nelle zone di frontiera e nelle aree a carattere multinazionale.

Mettendo in discussione il primato dello stato-nazione, il numero monografico di Qualestoria (pubblicazione prevista per il dicembre 2022) si propone di analizzare come pratiche assistenziali di varia natura e origine (dalle azioni umanitarie di larga scala fino alle espressioni vernacolari dell’umanitarismo) abbiano rappresentato – per volontà dei loro stessi promotori ovvero di alcuni degli attori impegnati nelle reti assistenziali – uno strumento di nation building di particolare importanza in territori contesi da vari gruppi nazionali o stati. Nello specifico, il numero intende indagare come l’assistenza sociale abbia svolto (anche) tale funzione in occasione di particolari cesure storiche come i periodi bellici ovvero nell’immediato dopoguerra, quando le necessità di demobilizzare l’esercito e la società ponevano non solo una rinnovata richiesta di coesione sociale, ma altresì nuove opportunità di allargamento del tessuto civile e della cittadinanza. Sulla scorta della recente storiografia, il numero analizzerà l’assistenza sociale e le pratiche di welfare come una pratica i cui significati e risultati sono l’oggetto di una continua rinegoziazione tra proponente e ricevente.

Si invitano gli interessati a discutere la problematica poco sopra presentata attraverso l’analisi di case studies relativi a due specifiche aree dell’Europa centro-orientale: il Baltico orientale e l’Alto Adriatico. In entrambe le aree, divenute parte di un ‘territorio nazionale’ dopo il crollo degli imperi multinazionali europei alla fine della Prima guerra mondiale, la dialettica tra nazione titolare e minoranze ha rappresentato, tra rigidità deterministiche e ricerche di soluzioni civiche, uno degli elementi principali attraverso cui la cittadinanza è stata costruita e continuamente rinegoziata fino ai nostri giorni. Ma quanto le diversità di contesto politico hanno influito sull’utilizzo del welfare a fini di nation building? Quale ruolo hanno giocato le pratiche di welfare nel rafforzamento della posizione della nazione titolare o nel tentativo di integrazione di tessuti sociali in cui appartenenze spesso contrapposte si incrociavano? E quanto iniziative “dal basso” sono invece riuscite a proporre modelli in contrasto con le pratiche e il discorso pubblici dominanti?

Le proposte potranno vertere, tra le altre cose, sui seguenti blocchi tematici:

  • Ruolo dei network umanitari internazionali;
  • Interconnessione tra attori umanitari locali e internazionali;
  • Conflitti tra attori del welfare e classi politiche locali (divergenze);
  • Reazioni delle classi politiche locali alle pratiche di welfare nazionali/aiuto umanitario
  • internazionale;
  • Genealogie dell’aiuto internazionale e relazione con il tessuto locale;
  • Genere, confine e welfare;
  • Aiuto umanitario nazionale: aiuto che viene dal centro vs. aiuto che viene dalla periferia?
  • Relazione tra condizione sociale, welfare e nation building (ricezione);
  • Network alternativi (‘aiuto dal basso’).

Un limitato numero di case studies relativi ad altre aree dell’Europa centro-orientale potrà essere preso in considerazione.

Si prega di invitare i propri abstract con le proposte di contributo (3.500 battute spazi inclusi) e un breve profilo biografico dell’autore agli indirizzi lucagiuseppe.manenti@gmail.com e griphusrex@yahoo.it entro il 10/11/2021. Le proposte accettate saranno notificate entro il 1° dicembre 2021. I saggi (in lingua italiana o inglese e dell’ampiezza massima di 60.000 battute spazi inclusi) dovranno pervenire entro e non oltre il 1° aprile 2022. Il numero uscirà nel dicembre 2022. Tutti i saggi pervenuti saranno sottoposti a un processo di doppia blind peer review.

 This CFP is not a project developed under the aegis of the Action.